Gatto
Il gatto dorme
non pensa al domani
vive adesso
Ormai quello di iscrivere i beni naturali o architettonici di un paese come patrimonio dell’umanità, sembra essere esclusivamente uno spot turistico. Ma è l’idea di fondo ad essere sbagliata.
Qualsiasi centimetro dell’Universo ha il dovere di essere iscritto…per diritto a questa lista. Tutto deve essere curato e preservato. Chi può arrogarsi il diritto di decidere cosa deve essere dentro quella lista ? E soprattutto in base a cosa ? Forse ai finanziamenti che a questo ente vengono erogati ?
Rendi forti i vecchi sogni
Perché questo nostro mondo non perda coraggio
A lume spento
(Ezra Pound)
Che ci piaccia o no siamo noi la causa di noi stessi.Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi. Crediamo a ciò che appare.Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo Divini e che possiamo modificare il corso degli eventi.
Non è la materia che genera il pensiero. E’ il pensiero che genera la materia.
(Giordano Bruno)
Consideriamo anche che vi è una grande speranza che ciò sia un bene. Poiché l’essere morti è una delle due cose: o è come non essere più nulla e non avere alcuna percezione di nessuna cosa o, come si dice, è un mutamento e una migrazione per l’anima dal luogo terreno ad un altro luogo. E se in essa non vi fosse alcuna percezione, ma fosse come un sonno senza sogni, la morte costituirebbe unostraordinario vantaggio. Infatti io penso che se uno dovesse, dopo avere scelto quella notte in cui ha dormito così profondamente da non fare sogni, e dopo aver messo a confronto le altre notti e i giorni della sua vita con questa notte, dovesse, dopo avervi riflettuto, dire quanti giorni e quante notti ha vissuto in modo migliore e più piacevole di questa notte nella sua vita, penso che, non dico un cittadino qualunque, bensì il grande re ne annovererebbe pochi in confronto agli altri giorni e alle altre notti – se dunque la morte è tale, io affermo che è un guadagno: ed infatti tutto il tempo non è nulla di più che un’unica eterna notte.
Se, invero, la morte è come trasferirsi da qui in un altro luogo e ciò che si dice fosse conforme a verità, ossia che là hanno dimora tutti i morti, allora quale bene sarebbe più grande di questo, o giudici? Se, infatti, uno recatosi nell’Ade, liberatosi da costoro che affermano di essere giudici, troverà coloro che sono veramente giudici, che si dice che là rivestano questa funzione, Minosse e Radamanto ed Eaco e Trittolemo ed altri quanti fra i semidei furono giusti nella loro stessa vita, forse la dipartita sarebbe terribile? Ovvero a che prezzo qualcuno di voi accetterebbe di accompagnarsi ad Orfeo e a Museo e a Esiodo e a Omero?
Infatti io sono pronto a giacere morto più volte se tutto questo risponde a verità. Quanto a me in particolare, sembrerebbe straordinaria la conversazione là, qualora mi imbattessi in Palamede e in Aiace Telamonio e in qualsiasi altro fra gli antichi sia morto per una sentenza ingiusta, poiché potrei mettere a confronto i miei casi con i loro – come io penso, non sarebbe spiacevole – ed invero straordinario sarebbe passare il tempo interrogando gli uomini di là come faccio sulla terra ed esaminando chi di loro è saggio e chi pensa di esserlo, ma in verità non lo è.
A che prezzo uno, o giudici, acconsentirebbe ad esaminare colui che condusse a Troia il grande esercito ovvero Odisseo e Sisifo o tutti quelli che uno potrebbe elencare e uomini e donne con cui il dialogare là e il frequentarli e l’esaminarli sarebbe una felicità incommensurabile? E poi certo i giudici di là non condannano a morte per questo; infatti, tra le altre cose per cui essi sono più beati degli esseri terreni, vi è il fatto che essi per il tempo a venire sono immortali, se pure è vero ciò che si dice.
(Dall’Apologia di Socrate scritta da Platone)
Cos’è un Haiku ?
Forse un componimento indefinibile, dove le cose non dette possono valere più di quelle dette. Dove il tempo può essere immobile, o correre a perdifiato. Ma dove la presenza della natura è sempre viva e palpitante..
Nati in Giappone nel XVII secolo, probabilmente sono figli dei “Renga”, le poesie a catena. Queste ultime, più antiche di circa due secoli, alternavano due tipi di strofe. La prima composta da tre versi di 5,7,5 sillabe (o per essere più precisi “more); la seconda da due versi di sette sillabe.
Ecco gli Haiku si fermavano alla prima. 5,7,5 diventavano allora i numeri “magici” per comporli, tenendo però ben presente che nella lingua giapponese le regole grammaticali e fonetiche sono ben diverse da quelle occidentali.
Pertanto le traduzioni per quanto eccellenti, non potranno mai restituirci il loro vero significato originale.
Altra regola dell’Haiku è la presenza di un “kigo”, ovvero di un riferimento stagionale (evidente o nascosto) all’interno del componimento.
Tra gli scrittori più apprezzati di questo genere letterario troviamo Matsuo Bashō, Yosa Buson, Kobayashi Issa e Masaoka Shiki.
Le nubi di tanto in tanto
ci danno riposo
mentre guardiamo la luna.
(Matsuo Basho)
Tutti gli uomini ormai sono divisi in gabbie.
Se nasci in una certa gabbia parli una certa lingua, la pensi in un certo modo, proprio perchè in quella gabbia sei stato istruito. Se fossi nato in un’altra gabbia parleresti un’altra lingua e le tue opinioni sarebbero molto diverse.
Il solo nascere al di là o al di quà di un confine geografico, magari distante anche solo pochi chilometri, può determinare quello che sei e quello che sarai.
La materia prima è sempre la stessa. A cambiare è unicamente il modo di plasmarla.
Filosofo, allievo di Gorgia e poi di Socrate, visse a cavallo fra il quarto ed il quinto secolo a.C. e viene considerato uno dei fondatori del “cinismo”.
Essendo di madre “Tracia” e di padre “Ateniese” era considerato un cittadino a metà.
Questo fu uno dei motivi per cui andò ad insegnare, dopo la morte di Socrate, al ginnasio di Cinosarge (trad.Cane Agile), appena fuori dalle mura di Atene. Questa scuola era infatti dedicata all’istruzione dei figli illegittimi e i figli di madre non ateniese.
Generalmente il termine “cinismo” viene poprio ricondotto al nome del ginnasio dove Antistene insegnò, ma non è una ipotesi del tutto certa. Secondo alcuni , invece, la derivazione va fatta risalire al greco kýōn kynós, ‘cane’, in quanto uno dei seguaci di Antistene fu Diogene di Sinope, che così veniva soprannominato.
Lo storico e scrittore greco Diogene Laerzio ci ha fornito la lista delle numerose opere di Antistene, ma purtroppo a noi ne sono pervenuti solo pochi frammenti e anche di incerta origine. Pertanto spesso il suo pensiero risulta essere più frutto di interpretazioni che di studi reali. Comunque sembra appurato che la sua forma di scrittura preferita fosse quella del dialogo. Così come che le sue opere fossero incentrate più sul popolo che sui potenti. Che sia per questo che la maggior parte di esse è andata peduta ?
I Cinici furono comunque i rappresentanti di una filosofia “popolare” che continuò a sussistere per molto tempo nell’ambito della cultura greca, nonostante i filosofi di un certo spessore si contassero sulle dita di una mano; le loro teorie ispirarono anche il genere “satirico”, mentre alcuni loro insegnamenti andarono a confluire nelle dottrine degli Stoici.
Antistene mantiene comunque lo spirito critico del suo maestro Socrate, ma si sente di vivere in una società corrotta e spesso artificiale. Per cui sembra rifiutare sillogismi e vacui esercizi dialettici, che non portano a niente. Per puntare ad un più concreto empirismo e ad un ritorno se possibile ad uno “stato naturale”, privo di lusso ed inutili bisogni.
Uno dei suoi principi chiave era la necessità di essere autosufficienti, cioè in parole povere di non aver bisogno di nulla. Attraverso l”autocontrollo e la rinuncia ai beni materiali luomo diventa uguale agli dei nella sua indipendenza.
Bacchettò poi duramente tutte le conquiste di politici e condottieri; fama, fortuna e potere, erano per lui non solo inutili, ma perfino dannose. Tutti i regimi, compreso quello democratico ateniese, erano per lui contro natura.
E per finire andò contro anche a tutte quelle credenze superstiziose connesse ai culti religiosi, contrapponendo al politeismo voluto dalle leggi degli uomini, una forma di monoteismo quasi panteistico, secondo il quale esiste un dio unico, il quale non assomiglia ad alcuna cosa visibile, e non può essere rappresentato con alcuna immagine.
Alla domanda su cosa un uomo dovrebbe sognare, Antistene rispose: “La cosa più beata per un uomo è morire felice”.