Vero e falso

Un’affermazione è vera se il suo contrario non può essere dimostrato.

E se il suo contrario è dimostrabile, allora non importa quanti milioni di persone, magari anche importanti, la ritengano vera: dev’essere per forza falsa, e abbiamo il diritto di metterla in discussione.

(Alain de Botton – Le consolazioni della filosofia)

Ansia e controllo

L’umanità viene tenuta costantemente in ansia, se non nel terrore, perché ciò che sapeva già la Chiesa con la paura dell’inferno abbassa le difese, le nostre energie, condiziona le menti, permette ai poteri forti di dominarci, controllarci, tenerci sottomessi.

(Ho’oponopono – La pace comincia da te)

Il ciclo delle rinascite

Le esistenze di un ciclo di rinascite, non sono come le perle di una collana legate ad un filo, l’anima che passa attraverso di esse.

Ma sono piuttosto simili a cubi messi uno sull’altro. Ogni cubo è separato, ma sostiene quello superiore ed è legato ad esso in modo funzionale.

Tra i cubi non esiste identità, ma interdipendenza.

(Sogyal Rinpoche – “Il libro tibetano del vivere e del morire”)

L’uomo e Dio

L’uomo e Dio sono come due bambini che giocano a nascondino,

ma si sono dimenticati a che gioco stanno giocando.

(Moni Ovadia – “L’ebreo che ride”)

Razze

La stranezza dell’essere umano.

Da una parte fa di tutto per cancellare razze, usanze, particolarità del singolo individuo per disperderlo nel “mare magnum” dell’universalità e del pensiero unico.

Dall’altra continua a selezionare sempre nuove razze di animali e vegetali per il proprio uso e consumo.

Palloni sonda

Pensare che nel 2023 servano palloni sonda aerostatici per spiare il proprio nemico, quando coi satelliti riesci a leggere la pagina di un giornale, è un’offesa alla pubblica intelligenza. Ecco perché, evitare gli attuali mass media è quanto mai utile per riuscire a mantenere almeno in parte una capacità critica e “cogitativa”.

La madre

“Mio caro”, bisbigliò, “non posso aspettare fino domani. Debbo prendere congedo da te e come congedo debbo dirti ancora tutto. Ascoltami un momento ancora. Volevo raccontarti della madre, che mi tiene le dita strette intorno al cuore. Da molti anni, creare una figura della madre è stato il mio sogno più caro e più misterioso, era per me la più santa di tutte le immagini, me la portai sempre in cuore, una figura piena d’amore e di piena di mistero. Ancora poco tempo fa mi sarebbe stato insopportabile il pensiero di dover morire senza aver realizzato questo mio sogno; tutta la mia vita mi sarebbe apparsa inutile. Ed ora guarda che strano destino: invece d’esser le mie mani a formarla e plasmarla, è lei a formare ed a plasmare me. Ha le sue mani intorno al mio cuore e lo stacca dal mio corpo s mi svuota; mi ha allettato a morire, e con me muore anche il mio sogno, la bella figura, l’immagine della grande Eva-Madre. La vedo ancora e, se avessi forza nelle mani, potrei darle forma. Ma essa non vuole, non vuole che io renda visibile il suo mistero. Preferisce che io muoia. Muoio volentieri: essa mi rende facile il trapasso”.


Narciso ascoltava costernato quelle parole e dovette chinarsi fin sul volto dell’amico per poter afferrarle ancora. Alcune giunsero indistinte, altre chiare, ma il loro significato gli rimase nascosto.
Poi il malato spalancò gli occhi ancora una volta e fissò a lungo il viso dell’amico. Con gli occhi prese congedo da lui. E con un movimento, quasi tentasse di scuotere la testa, sussurrò: “Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre? Senza madre non si può amare. Senza madre non si può morire.”


Ciò che mormorò ancora in seguito non fu più comprensibile. Le due ultime giornate Narciso rimase seduto al suo letto giorno e notte, e lo guardò spegnersi. Le ultime parole di Boccadoro gli bruciavano nel cuore come fuoco.

(Hermann Hesse – Narciso e Boccadoro – Mondadori Editore 1989)